VACCA SUL CORRIERE DELLA SERA

Lunga intervista.

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  1. - Mala -
     
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    «Sporco»: il tormentone che è un grido d' accusa.

    Rap, il successo (quasi) a sorpresa di Vacca La svolta da una fuga A un certo punto ha detto basta ed è andato nell' isola caraibica. Lì ha trovato una compagna e ora ha una figlia «Preferisco Masini» «Non voglio diventare un Marco Carta, canta in playback: è finto Preferisco un Marco Masini» Cerco di raccontare la bruttura di chi non ha remore pur di trovare scorciatoie per raggiungere i vari successi della vita.

    MILANO - «Sporco, oggi fuori vedo tutto quanto sporco». Sporco, sporco, sporco: non è proprio un aggettivo aggraziato, ma risuona in ogni dove di questi ultimi tempi. Perché è l' aggettivo che si è ormai guadagnato il titolo di uno dei tormentoni musicali dell' estate 2010, almeno tra gli adolescenti. Tantomeno «eufonico» è il nome di chi lo pronuncia così ossessivamente: Vacca, rapper di lungo corso, nato in Sardegna, cresciuto nelle dure periferie di Milano, oggi residente in un altro luogo - molto lontano - la Giamaica. Che ultimamente, stando almeno alle cronache, non sembra proprio il paradiso della tranquillità, se non sulle cartoline. La canzone che dà il titolo al suo disco è «Sporco» appunto, un pò reggae, un pò hip hop: nelle scorse settimane si è arrampicata forse un po' a sorpresa tra i primi posti delle classifiche di vendita, facendosi largo a spintoni tra i vari fenomeni da talent-show che hanno caratterizzato tutta la stagione discografica nostrana. A testimonianza del fatto che forse i ragazzi del XXI secolo non cercano troppe rassicurazioni dai loro idoli (o almeno non solo quelle). Anche se il trentenne Alessandro Vacca - perché Vacca è proprio il suo vero cognome - non si può poi ascrivere al filone dei «brutti e cattivi» alla Fabri Fibra (suo grande amico, peraltro): lui non usa turpiloqui assortiti, né le sue canzoni poggiano sulla triade «soldi - coca - belle ragazze» tanto abusate dall' ultima generazione dell' hip hop italiano. «Cerco di raccontare la "sporcizia di chi non ha remore pur di trovare scorciatoie per raggiungere i vari successi della vita - spiega lui -. Ma anche di descrivere belle sensazioni, un amore ritrovato, il divertimento puro...». Forse proprio perché la vita, per Alessandro Vacca, non è stata facile, a differenza di quanto è capitato ad altri «ribaldi a tutti i costi», magari cresciuti nella bambagia. Nato dunque a Cagliari ed emigrato al Nord. Infanzia in centro città - via Torino, il padre faceva il barista - e poi, come successo a tanti altri della sua condizione nella Milano degli annì80, «espulso» dai quartieri alti, preda delle maison di moda e dei nuovi ricchi, per andare a cercare un' adolescenza non facile a Quarto Oggiaro. Zona che al tempo, al solo nominarla, in quella Milano faceva paura. «Ma lì ho imparato a tenere la schiena diritta, anche perché vedevi tanta gente che entrava e usciva dal carcere. Era un ammonimento continuo. Poi è arrivata la musica e mi ha salvato». In cantiere a 15 anni e al celebre muretto di San Babila, dove si è allenata la meglio gioventù dell' hip hop milanese, a cimentarsi con il freestyle e la breakdance, più o meno questa in sintesi l' adolescenza di Alessandro. Mentre i lavori cambiavano- « sono finito in un ufficio a un certo punto» -, il rap come idea fissa in testa. I primi concerti in un locale di via Farini, all' inizio degli anni Duemila: «C' eravamo tutti, là. Io, i Club Dogo e Marracash, ed è stato proprio un momento fortunato di ricambio generazionale. Per la prima volta raccontavamo quello che succedeva in strada, le esperienze di vita, le periferie». Nel giro di qualche tempo gli altri vengono «intercettati» dal mercato, lui no: e allora Alessandro Vacca decide di puntare tutto su myspace, mettendo gratis i pezzi sul web, man mano che li produce. I risultati? Incredibili alle nostre latitudini: 3 milioni di accessi, 2 milioni di ascolti. Nel frattempo, un' altra decisione importante: addio ufficio e addio Quarto Oggiaro. Per trasferirsi in un altro luogo non certo tranquillo: Kingston, in Giamaica, una delle città più insicure del mondo, ostaggio delle gang criminali, dove il solo essere bianchi può essere molto pericoloso. «Me la consigliò un amico dopo un momento difficile: senza sapere una parola d' inglese e senza conoscere nessuno, sono partito, due anni fa. Dopo il "battesimo del fuoco", cercarono subito di derubarmi, mi sono ambientato in fretta. Anche perché, seguendo la regola del vivi e lascia vivere, cui mi sono attenuto sempre in vita mia ( e a Quarto Oggiaro era una regola fondamentale), alla fine mi son fatto voler bene dalla gente di là». A tal punto che ha trovato una compagna, dalla quale ha avuto una figlia. In Giamaica, proprio quando in Italia hanno iniziato ad accorgersi di lui. Il disco prodotto da una multinazionale sull' onda della popolarità acquisita sul web, le classifiche, le ospitate a TRL su MTV: «A me, questo teatrino non interessa. Non voglio diventare un Marco Carta, l' ho visto cantare in playback: è finto, mi chiedo chi rappresenti. Meglio Marco Masini, almeno sapevi quali storie raccontava». No, il successo, Vacca se lo può anche godere da laggiù: «Con la rete, il "business" si può benissimo gestire anche a tremila chilometri di distanza. E non ho alcuna intenzione di tornare in Italia, se non per i concerti". Non si «sporcherà», Alessandro Vacca da Quarto Oggiaro. Matteo Cruccu RIPRODUZIONE RISERVATA **** Il personaggio Chi è Alessandro Vacca è nato a Cagliari il 21 ottobre del 1979 ma è cresciuto a Milano. Oggi invece risiede in Giamaica e la cultura giamaicana influenza la sua musica La carriera Il suo primo Ep è del 2003, «Mr. Cartoon». Nel 2004 pubblica il suo Lp d' esordio come solista, dal titolo «VH». Nel 2007 esce invece il suo album: «Faccio quello che voglio» **** Amici diversi Alessandro Vacca con il suo grande amico e collega Fabri Fibra. Vacca, pur avendo ripetutamente collaborato con Fibra, non rientra nel filone dei rapper «brutti e cattivi»
     
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  2. alexman
     
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    bella Mala! sbaglio o ci sono cose nuove in questo articolo..che suo papà faceva il barista e che a 15 anni ha lavorato in cantiere..


    nessuno ha la copia del giornale da scannerizzare? fa più effetto...
     
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  3. alexman
     
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    grazie :)
     
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  4. vadsmvc
     
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    Certe cose non le sapevo nemmeno.. Resta cmq un grande..
     
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  5. alexman
     
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    la stavo per mettere io adesso XD...l'ho trovato oggi l'articolo
     
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  6. alexman
     
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5 replies since 9/8/2010, 12:14   494 views
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